La leggenda del Campanile di Coazze
La leggenda narra che intorno al 1300, Guglielmo Fayditi, castellano di Coazze volle cercare un giovane rampollo da dare in sposo alla sua giovane figlia.
La bella e ricca ragazza era però, come in ogni storia che si rispetti, innamorata di un giovane contadino valdese che l’amava profondamente a sua volta. Il nobil uomo non poteva prendere in considerazione la possibilità che sua figlia andasse in sposa ad un uomo appartenente ad una realtà completamente diversa dalla loro, soprattutto in un momento in cui non correva buon sangue tra cristiani e valdesi.
Una notte, logorato dai pensieri, Guglielmo non riusciva a prendere sonno, così, in preda alla disperazione andò da una fattucchiera di Villaretto, molto nota in paese per l’attendibilità con cui prevedeva il futuro.
La vecchia veggente fu onorata da una visita di tale importanza ma non si perse in convenevoli e si mise subito al lavoro. Prese a svolgere la lana sull’arcolaio e interrogò l’onda del filo come era solita fare per interrogare l’avvenire.
Guglielmo la guardava senza comprendere alcuna logica ma, quando la nonnina terminò le procedure, gli apparve così sicura nel dare la propria interpretazione che si tranquillizzò a sua volta. “ Andate al campanile per tre notti di plenilunio – si raccomandò – e se il suo responso sarà lo stesso tutte e tre le volte, seguite fedelmente i consigli che vorrà darvi e non avrete mai da pentirvene.”
Così fece, Guglielmo, per le prime tre notti di luna piena che arrivarono. Tutte e tre le sere, seguito dalla popolazione di Coazze, interrogò il campanile:
O Ciochè tacà al Sangun, a salveme i son pa bun, disme tu la tua opiniun
La risposta del campanile fu confermata per tre volte: 13 rintocchi, poi una pausa, 12 colpi e un’altra pausa e così via, con varie serie di rintocchi nettamente intervallati da silenzi ben definiti.
Guglielmo non ebbe dubbi, decifrare il messaggio del campanile era semplice, bastava abbinare ad ogni numero di rintocchi la lettera corrispondente e comporre una frase.
Il messaggio decodificato era “Ognuno a modo suo”. Era tutto chiaro, il campanile aveva voluto dire al castellano che la cosa più giusta è rispettare la volontà di ognuno ed accettare la diversità delle persone. Volle così dare in sposa la propria figlia al contadino e fu felice per lei. Qualche tempo dopo, Guglielmo volle tramutare quel responso in epigrafo che applicò al campanile di Coazze, cosicché quel consiglio potesse continuare ad essere seguito.
Arrivare da Torino a Coazze
Coazze è un delizioso paese, sopra Giaveno, tra Val di Susa e Val Sangone.
Arrivare a Coazze da Torino con i mezzi può non essere comodo. La distanza che separa le due città è di circa 40 Km ma vale la pena di organizzare una gita in auto in modo tale da poter andare, dopo la visita del Campanile, al Teatro di Caselette che dista circa 20 Km